Thursday, January 28, 2010

Talamo #28

"Cominciai a parlare che avevo tre anni.
Beh, si, un pò in ritardo.
E non dissi "Mamma".
"Bruuumm" dissi.
Allora chiamarono il medico.
Mia madre pianse.
Mio padre pensò che ero scemo.
Forse me lo disse. E ci accompagnò due sberle.
A me importava poco di parlare.
Mi piacevano i motori.
Abitavo in campagna.
E mi piaceva il trattore, un Ford azzurro,
che era vecchio vecchio
e faceva Pum Pum Pum quando andava.
A me venivano i brividi.
Ci sono cresciuto coi motori nel cuore.
E più sono grandi, più sono forti, più io gli voglio bene.
Al tempo della scuola non studiavo.
Disegnavo però.
Cilindri, carburatori e marmitte strampalate.
Mio padre era ormai sicuro che ero scemo.
"Non farai mai niente nella vita" mi diceva.
E mi ammollava un paio di sberloni che servivano,
secondo lui, a liberare il meccanismo inceppato della mia idiozia.
Io me ne fregavo.
Ogni giorno di più mi appassionavo
all'odore d'olio della vicina autorimessa.
Tanti motori mi hanno fatto vibrare le ossa.
Io li ho amati. E smontati. E maledetti.
E ho continuato.
E continuo oggi.
Che vivo insieme al più vecchio motore
motociclistico del mondo.
Vivo nel profumo di pistoni grandi come fiaschi.
Mi incanto al suono di valvole che paiono tegami.
Mio padre pensa sempre che sono scemo ma
non mi rifila più ceffoni.
Perchè abitiamo lontani.
Adesso stò a Milano.
In questa Numero Uno che da sei anni importa,
vende, modifica e aggiusta le Harley-Davidson in Italia.
Stò a Milano.
E gioco tutti i giorni.
Ma non faccio più Bruuumm.
Non ad alta voce per lo meno."

Carlo Talamo

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