Sunday, April 27, 2008

Talamo #14

"Ma come si fà.
A star seduti a tre centimetri da terra.
Con le punte dei piedi più avanti del faro.
E la leva del cambio che mette assieme
un metro e mezzo di rinvii prima di entrare a riposarsi
in una trasmissione che farebbe la felicità di un camion.
Come si fà a guardarti e a non provare tenerezza.
Con quel parafango posteriore
che qui da noi
basterebbe per farci una spider.
Con quella forcella che se provi ad alzarla ti ricoverano.
Io non so perchè mi piaci tanto.
Quando
ci sentiamo così lontani da tutto il mondo.
Io ti guardo, guardo quell'orologione che c'hai
sul serbatoio e mi commuovo.
Mi commuovo perché sei ingenua.
Sei grassa,
vai in giro con un interasse che basta per due moto normali.
Te ne freghi delle cure dimagranti che tolgono il sonno
ai tecnici delle moto dell'ultima generazione.
I tuoi ducentottanta
chili si muovono con naturalezza e sicurezza.
E quei bidoni
che c'hai al posto dei pistoni spingono sulla schiena
con una forza potente della quale posso fidarmi.
Quando ti guardo sono tranquillo.
Ti conosco tanto bene.

Non hai diavolerie nascoste sotto chissà quale travolgente carenatura.
Sei tutta qua: duecentottanta chili di ferro e semplicità.
Forse 'sto pomeriggio ti porto al mare."

Carlo Talamo

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